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Nei primi anni '70 si andava concludendo una rivoluzione che aveva la percezione e la pratica artistica come veicolo di idee. Ricorrendo a nuovi usi del linguaggio, dell'azione, dei processi creativi e delle forme culturali prese in prestito principalmente dai mass media, l'Arte Concettuale mise in discussione le nozioni tradizionali dell'arte come oggetto, percorrendo vie ancora inesplorate che condussero a campi artistici del tutto nuovi. Il termine stesso "Arte Concettuale" comparve a metà degli anni '60 in riferimento a un gruppo di artisti di fama internazionale le cui pratiche, pur rimanendo eterogenee, erano unite da un filo rosso: la convinzione che l'arte dovesse riflettere su questioni fondamentali quali la propria definizione e l'importanza del contesto su cui interveniva. Proprio nella critica dell'estetica e dei mezzi artistici tradizionali va individuata l'attualità dell'Arte Concettuale quale premessa imprescindibile, nonché indispensabile chiave di lettura di tutta l'arte contemporanea. La nascita dell'Arte Concettuale segnò una svolta epocale nella storia non solo dell'arte, ma anche del pensiero. Nella panoramica introduttiva che ripercorre la storia delle varie contestazioni della definizione estetica dell'opera d'arte, Peter Osborne, critico d'arte e filosofo specializzato in estetica, sottolinea l'importanza delle idee nella produzione di significato a partire da forme visive.